“È stata una corsa contro il tempo”
“È stata una corsa contro il tempo, da due settimane abbiamo concentrato tutte le nostre energie per preparare l’ospedale all’arrivo dei feriti della più grande battaglia urbana dalla seconda guerra mondiale: l’offensiva di Mosul. Ora l’ospedale può contare su più di 60 posti letto, tre sale operatorie, di una zona per gestire le mass casualty, di uno stock di farmaci in grado di trattare centinaia di feriti e del supporto del nostro team internazionale.
Da un momento all’altro inizieranno i combattimenti nella zona ovest della città, quella più popolata e più complessa da un punto di vista strategico. Si teme che ancora più di 750.000 persone siano intrappolate nei quartieri dove avverranno i combattimenti e le Nazioni Unite prevedono che i combattimenti in città creeranno la più importante crisi umanitaria degli ultimi anni. Distruzione, morti, feriti e migliaia di sfollati.
La mattinata in ospedale è iniziata freneticamente, in ospedale ci sono già 40 feriti arrivati nei giorni scorsi, nonostante la vera offensiva non sia ancora iniziata i combattimenti in città non sono mai cessati. Ci aspettiamo un afflusso massiccio nei prossimi giorni e nessuno sa quando i combattimenti finiranno, settimane forse mesi.
Ci siamo preparati al meglio ma non vorremmo essere qui, questo ospedale ha già visto troppe guerre e ricucito troppe ferite. Continuiamo a sperare che questa sia l’ultima volta, l’ultimo sbaglio, ma la logica della guerra non finisce mai di stupirci“.
— Emanuele, vicecoordinatore dell’Ufficio umanitario, da Erbil