“Difficilmente scorderò quell’incontro”
Da come si era presentata, credevo volesse proporsi come volontaria, magari lasciare il curriculum per partire a lavorare nei nostri ospedali… invece, appena l’abbiamo fatta accomodare è scoppiata a piangere.
Al centralino di “Nessuno Escluso”, di storie dolorose ne abbiamo ascoltate tante. Ma quell’incontro difficilmente lo scorderò.
Lei lavorava nella ristorazione, suo marito nell’edilizia. Due figli piccoli, a casa da scuola. Ce la stavano mettendo tutta per mantenere la famiglia, razionando il cibo e sperando di poter tornare presto a lavorare. Poi, un giorno, si è accorta di avere più nemmeno i soldi per la carta igienica. Ha capito che era arrivato il momento di chiedere aiuto, così si è presentata da noi.
Abbiamo cercato di rassicurarla e le abbiamo preparato un pacco con un po’ di scorte. Mai mi sarei immaginato di trovarmi di fronte a un’emergenza simile nella mia città, Milano, di dover portare aiuto ai miei vicini di casa o di quartiere. Eppure questo sta succedendo.
Cosa accadrà in autunno? Chi garantirà aiuto a queste persone, una volta terminata la cassa integrazione? Con le consegne dei nostri pacchi, cerchiamo di sollevare le famiglie almeno dall’ansia e dalla paura di non sapere cosa mettere in tavola il giorno dopo.
“Chi può, dia; chi non può, prenda”: è questo il motore del nostro impegno. Che poi, in concreto, significa darsi una mano a vicenda per aiutare chi adesso si trova in situazione di disagio e fa fatica anche a mangiare, lavarsi, vedere riconosciuta la propria dignità.
Lavoro per EMERGENCY da diversi anni e ho capito che l’obiettivo principale delle nostre attività è quello di non lasciar indietro nessuno. Che si trovi in mezzo a un’emergenza, a una guerra, o a un bisogno. Quello stesso, semplice principio che da bambino mi hanno insegnato i miei genitori: la solidarietà.
— Marco, Coordinatore del progetto Nessuno Escluso
A Milano, il progetto è svolto in collaborazione con le Brigate Volontarie per l’Emergenza.