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Cosa significa essere un paziente con una malattia cronica?

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Nura ha 12 anni e soffre di diabete da quando ne aveva 4. Non è la prima volta che entra in questo Centro e oggi ad accompagnarla c’è la compagna di suo padre. È una delle pazienti croniche del Centro sanitario di EMERGENCY all’interno del campo di Ashti, a Sulaimaniya.

Cosa significa essere un paziente con una malattia cronica come quella della piccola Nura? Che la sua patologia presenta sintomi costanti nel tempo e che devono essere osservati e curati per lunghi periodi. E la possibilità di poter continuare le cure necessarie in un campo per sfollati abitato da migliaia di persone non è qualcosa di scontato.

“Ci siamo accorti che Nura stava male quando aveva quattro anni e ha iniziato ad ammalarsi; il suo viso cominciava a farsi livido e pallido, aveva delle occhiaie molto fitte. Quando abbiamo misurato il livello di glicemia nel suo sangue era altissimo, ed è lì che abbiamo capito che la causa era il diabete.”

Come avete fatto ad arrivare qui con Nura in quelle condizioni?, è la prima cosa che cominciamo a chiederle. “Quando abbiamo scoperto che Nura era diabetica, abitavamo ancora a Salah ad-Din. Abbiamo deciso di andarcene quando l’ISIS è entrato nell’area e abbiamo cominciato ad avere paura. Ma prima di arrivare ad Ashti, Nura ha trascorso un anno insieme ai suoi fratelli a Khalis, la città dove abita lo zio, perché credevamo che per loro fosse più sicuro.”

Quando anche Nura è arrivata nel campo per ricongiungersi con la sua famiglia, le sue condizioni di salute si erano aggravate; a Khalis Nura non aveva potuto continuare le cure prescritte perché i farmaci erano scaduti e non erano più efficaci.

Adesso che assume i farmaci in modo costante, le sue condizioni di salute sono migliorate: due volte al mese, grazie ai van di EMERGENCY utilizzati per il trasferimento, Nura viene visitata presso il Centro per la cura del diabete di Sulaimaniya. Tra le mani, la compagna del padre tiene i libretti sanitari di Nura compilati con gli aggiornamenti sulla malattia. Sono dentro a una busta di plastica, ordinati meticolosamente e divisi per anno.

La vita di Nura nel campo è simile a quella degli altri bambini come lei che vivono qui: frequenta la scuola, gioca insieme ai suoi compagni a tutti i giochi possibili. L’unica cosa che non fa, però, è giocare a calcio, perché – come ci dice lei – “non è un gioco da ragazze”.
E se per un paziente diabetico e per giunta così giovane come Nura, l’alimentazione e la dieta rappresentano un elemento importante per alleviare gli effetti della sua malattia cronica, ci chiediamo quali siano le sue difficoltà all’interno di questo campo abitato da migliaia di persone, dove ogni essere umano ha le proprie necessità, i propri bisogni.
“Nura segue una dieta fatta di verdure condite con poco sale e olio, che acquistiamo nelle botteghe presenti all’interno del campo. Ma in caso di ipoglicemia, le diamo degli zuccheri.”

Tra i teloni e le pareti in muratura che accolgono gli ingressi di queste “case”, le insegne colorate ci indicano che la vita – anche quella lavorativa – ad Ashti prova ad andare avanti. Gli abitanti li chiamano ‘shop’: sono piccole botteghe a cui chi aveva già un’attività nella città o nei villaggi in cui abitava non vuole rinunciare. Ad Ashti si vendono tessuti, pezzi di elettronica, mobili. Ma anche frutta e ortaggi freschi, quelli che la famiglia di Nura acquista per la bambina. Le persone si sono organizzate per cercare di andare avanti, per ristabilire, in pochi metri quadrati, quella normalità che la guerra non permette più loro di vivere.

Il Centro sanitario di EMERGENCY all’interno del campo per sfollati di Ashti è finanziato da “Aiuti umanitari e protezione civile dell’Unione europea”.