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“Come farei, io, senza di loro?”

Insieme ai suoi colleghi, ha operato migliaia di vittime della guerra.

Vedevo quello che succede giorno dopo giorno in tutta la nostra provincia, l’Helmand, martoriata da anni da combattimenti, attacchi e violenze. Non potevo rimanere fermo, così mi sono messo a studiare in modo da poter fare quello che ogni giorno faccio in questo Centro: curare le vittime”, ci racconta.

Khushal è uno dei chirurghi di guerra del nostro ospedale a Lashkar-gah, in Afghanistan. Insieme ai suoi colleghi, ha offerto cure a migliaia di vittime della guerra

Qui non si smette mai di imparare: la guerra impone di fare i conti con casi complessi, ma ognuno è pronto a mettere in comune le proprie competenze. Anche io lo faccio con loro, tra noi non ci sono limiti.”

Solo nel 2020, a Lashkar-gah abbiamo ricevuto oltre 2.600 vittime di guerra. Dalla sua apertura, 17 anni fa, abbiamo effettuato oltre 60.000 interventi chirurgici. “E nell’ultimo anno, a peggiorare la situazione della popolazione già sfinita di questo Paese si è aggiunto anche il Covid”.

Attraverso il suo lavoro e la sua dedizione, Khushal non ha offerto alle vittime solo cure gratuite e continue: ha offerto anche una nuova, seconda possibilità, una risposta alla ferocia spietata di un’esplosione, di un proiettile vagante o di un attentato. Sapendo che con la cura c’è anche rinascita, della vita e della dignità.

C’è una domanda che Khushal non riesce a togliersi dalla testa. Se lo chiede ogni volta che si trova a ricucire le ferite di una nuova vittima di questa guerra estenuante: “Se non ci fosse questo ospedale, chi si occuperebbe di loro?”.
Mentre ce lo racconto gira lo sguardo verso i suoi colleghi: “E come farei, io, senza di loro?

Il Centro Chirurgico per vittime di guerra di EMERGENCY a Lashkar-gah, in Afghanistan, è finanziato da “Aiuti umanitari e protezione civile dell’Unione europea”.