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Afghanistan: un Paese pacificato?

Un Paese pacificato? A 16 anni dall’intervento della coalizione internazionale l’Afghanistan è ancora, innegabilmente, un Paese in guerra.

Solo nei primi sei mesi dell’anno, secondo i dati delle Nazioni Unite, 5.243 civili sono morti o rimasti feriti. Il 42% di loro sono donne e bambini: colpiti durante gli scontri a fuoco, coinvolti nell’esplosione di ordigni o mine antiuomo, vittime di attentati, la loro sola colpa era di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato. Sono loro le persone che ogni giorno curiamo nei nostri ospedali: 2.918 ricoveri da gennaio a giugno (16 al giorno!) e non stiamo contando i feriti “meno gravi”, quelli curati in pronto soccorso e subito dimessi.

Nemmeno la capitale Kabul, ormai, è al sicuro: lì e nella provincia di Helmand si è concentrato il numero maggiore di vittime, rispettivamente a causa di attacchi suicidi e di combattimenti a terra.

Eppure per l’Unione Europea l’Afghanistan è un “Paese sicuro”, in cui rimpatriare anche forzatamente gli afgani che si vedono respingere la richiesta di asilo o che non abbiano titolo a rimanere nei Paesi UE. E voi ci vivreste in un Paese così “sicuro”?

Fonte dati: UNAMA (missione delle Nazioni Unite in Afghanistan)