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Afghanistan: un Paese tutt’altro che in pace

In Afghanistan la situazione rimane critica.

Venerdì 29 aprile abbiamo ricevuto nel nostro Centro chirurgico di Kabul 23 feriti, di cui 2 morti all’arrivo. Ancora una volta un’esplosione ha insanguinato Kabul: a essere colpita, riferiscono i media, una moschea.

Già la settimana precedente avevamo ricevuto vittime di diversi attentati in città.

Martedì 19 aprile, 11 pazienti da due esplosioni nei pressi di una scuola superiore e di un training centre nella zona occidentale della capitale afgana, abitata soprattutto dagli hazara: un uomo di 45 anni deceduto all’arrivo e 10 ragazzi feriti, tra i 16 e i 19 anni.

Due giorni dopo, giovedì 21, abbiamo ricevuto un bambino rimasto ferito in un nuovo attentato a Kabul. Lo stesso giorno diversi attacchi hanno colpito l’Afghanistan: oltre a Kabul, ci sono state esplosioni in altre città. Diversi obiettivi, tra cui anche una moschea a Mazar-i-Sharif.

“In questo mese sono ripresi gli attentati: il 3 aprile sono giunti da noi 59 feriti in seguito a un’esplosione al mercato del cambio; il 6 aprile abbiamo ricevuto 11 feriti dopo un’esplosione nei pressi di una moschea. Si tratta dell’ennesima dimostrazione che nonostante l’attenzione verso la situazione dell’Afghanistan sia diminuita, il Paese è tutt’altro che in pace e si trova nell’abisso di una crisi economica senza precedenti, che continua a mettere in ginocchio la popolazione e sta provocando un aumento della povertà e della criminalità”, spiega Marco, il nostro Country Director in Afghanistan.

Non c’è più attenzione verso l’Afghanistan, ma il Paese non è in pace.

Eccoli, i risultati di decenni di guerra.