A Lashkar-gah, una continua successione di pazienti in arrivo
Quattro bambine, un ragazzino e una donna. L’uomo che li accompagna racconta che la loro casa è stata colpita durante un bombardamento, probabilmente un tentativo di allontanare i talebani che ormai da giorni stanno cercando di raggiungere la città.
Seduti sulle panchine appena fuori dal pronto soccorso, un altro bambino e un neonato, sporchi della polvere in cui la loro casa si è trasformata. Per fortuna illesi, ma spaventati e affamati: da giorni la loro famiglia non riusciva a trovare il cibo necessario per sfamarli.Qualche ora dopo, alle 5 del mattino, 26 pazienti arrivano tutti insieme. Tutti feriti da armi da fuoco o dalle schegge di un’esplosione. Hanno impiegato diverse ore per riuscire a raggiungere il nostro ospedale.
A Lashkar-gah, Afghanistan, le giornate sono una continua successione di pazienti in arrivo.
Siamo qui per garantire cure a chi ne ha bisogno. Ma la speranza è che tutta la popolazione dell’Helmand possa tornare nelle proprie case, senza il rischio di essere feriti da un proiettile, da un bombardamento, da una mina. Senza il rischio di diventare un “effetto collaterale” della guerra.