A tutte le madri che ogni giorno lottano per assicurare un futuro di pace ai loro figli
“A bordo dell’autobus che ci avrebbe portato via dal Paese non c’era posto per tutti. Ma noi non avremmo mai lasciato il Paese se non tutti insieme, così anche io e mio figlio siamo scesi. Qualche giorno dopo, per fortuna, la disponibilità di posti è aumentata e abbiamo potuto affrontare il viaggio insieme alla mia amica A. e a sua figlia”.
A Milano, il nostro staff collabora a un progetto di accoglienza per i profughi della guerra in Ucraina, garantendo orientamento socio-sanitario e sociale, assistenza psicologica, mediazione culturale, gestione della logistica.
Tra le storie che abbiamo sentito c’è quella di A. e I., arrivate in Italia insieme ai figli, entrambi di poco meno di 10 anni di età. Due madri, due amiche: si conoscono dai tempi di scuola, “da quando eravamo ragazzine”.
“Non vogliamo che i nostri figli si abituino a quello che hanno vissuto”, ci raccontano. Il ricordo va a poche settimane fa, a quando di notte correvano a infilarsi velocemente i pantaloni sopra al pigiama, ancora mezzi addormentati, ogni volta che suonavano le sirene antiaeree e bisognava correre al rifugio sotto la scuola.
Vogliono che la guerra finisca il prima possibile, vogliono tornare a casa, riabbracciare i loro compagni, ricominciare a vivere.
A tutte le madri nel mondo che, come A. e I., ogni giorno danno tutte se stesse per assicurare un futuro di pace ai loro figli: è in particolare a loro che quest’anno, per la Festa della Mamma, rivolgiamo il nostro augurio di pace.