Vent’anni di lavoro in Afghanistan
È bella questa vecchia Uaz. Oggi è ferma nel giardino del nostro ospedale di Anabah, ma quanta strada ha fatto in Afghanistan.
È anche grazie a questo fuoristrada, che 20 anni fa siamo riusciti a farci strada nella valle del Panshir e ad aprire il nostro primo ospedale in Afghanistan.
Ad Anabah, un piccolo villaggio di case di fango ai piedi dell’Hindukush, abbiamo trasformato una vecchia caserma in un vero ospedale: il pronto soccorso, le sale operatorie, le corsie, la farmacia ma anche lavanderia, stireria, mensa, docce e spogliatoi…
Non c’erano materiali per ristrutturarlo e allora ci siamo ingegnati con quello che la guerra aveva lasciato sul terreno: dalle bande laterali degli automezzi utilizzati per il trasporto dei carri armati abbiamo ricavato travi per soffitto. Con le casse di legno che contenevano i mortai, abbiamo costruito una copertura per il tetto. Con i cannoni dei carri armati, abbiamo fatto gli scarichi.
Dopo migliaia di chilometri, sono arrivati i camion con i farmaci, le attrezzature, i macchinari. “Si comincia davvero”.
Poi l’arrivo dei primi feriti, che hanno cominciato a riempire le sale operatorie e le corsie… Sono state oltre 300.000 le vittime della guerra curate nel nostro ospedale fino a oggi.
Sulle pareti dipinte, una striscia rossa corre lungo i muri.
Il senso di tutta questa strada fatta? Portare aiuto a chi sta male e a chi ne ha bisogno.
Dopo vent’anni, anche se non più con questa macchina, continuiamo a macinare chilometri, reali e non: sono quelli delle nostre ambulanze, che trasferiscono i feriti dai nostri Posti di primo soccorso, ma anche quelli per offrire sempre cure gratuite, nonostante tutto.
A volte è davvero dura, ma non abbiamo nessuna intenzione di fermarci.
Abbiamo bisogno di te
Aiuta i nostri medici e infermieri a curare le vittime della guerra in Afghanistan.