Blog > Articoli >

Il “Decreto sicurezza bis”: un nuovo attacco ai diritti.

Temi:

Il Consiglio dei ministri ha approvato il cosiddetto “decreto sicurezza bis”. Dopo numerose revisioni, i 18 articoli del decreto relativi all’immigrazione sono in testa al provvedimento.

Nell’ultima versione del decreto non ci sono più riferimenti alle multe che erano state previste nelle precedenti versioni per ogni migrante soccorso in mare, ma si stabilisce la possibilità per il Viminale – di concerto con il ministro della Difesa e con il ministro delle Infrastrutture e informandone il Presidente del Consiglio – di limitare o vietare l’ingresso nelle acque territoriali italiane per “motivi di ordine e sicurezza pubblica”. In caso di violazione di questi divieti, il comandante, il proprietario e l’armatore della nave rischiano sanzioni e, in caso di reiterazione, la confisca della nave stessa.

Questo articolo è in evidente contrasto con le norme che regolano il soccorso in mare.
In caso di soccorso in mare, infatti, il reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina è difficilmente imputabile alla nave di una Ong che, semplicemente, soccorre persone in stato di bisogno.

Il decreto completa le precedenti misure sull’immigrazione in modo peggiorativo, alimentando e legittimando l’idea che chi aiuta i migranti in mare favorisce l’immigrazione illegale nel nostro Paese per un inspiegabile – e soprattutto MAI dimostrato– guadagno, che non avrebbe niente a che vedere con la solidarietà.

Siamo preoccupati dalla deriva autoritaria che queste misure rappresentano.
Anche questo decreto conferma la gravissima tendenza che ormai interessa l’Italia e altri Paesi: viene messo sotto attacco chi difende i diritti umani, chi contesta pratiche governative inique e immorali, anche soccorrendo i migranti in mare, colmando una lacuna dello stato e dell’Europa.

Anche le Nazioni Unite avevano contestato queste misure, denunciando la criminalizzazione del soccorso in mare come una violazione dei diritti umani.

L’attribuzione all’esecutivo di valutazioni relative a un reato – il favoreggiamento dell’immigrazione clandestina – sottrae inoltre la valutazione del fatto alla magistratura competente.

Norme come queste sono causa e conseguenza di un clima d’odio consapevolmente alimentato dalla classe politica per trasformare gli stranieri e le fasce più vulnerabili nel “nemico” con il pretesto della “sicurezza nazionale”.

Vogliamo condividere le informazioni necessarie a comprendere, fino in fondo, questi approcci. Lo stesso dovrebbe fare chi governa, smettendo di criminalizzare, senza alcun fondamento, chi fa la propria parte, lavorando per la giustizia, la libertà, l’uguaglianza.
Il vero cambiamento è nelle mani di chi, giorno per giorno, difende i diritti umani di tutti, senza distinzioni. Mai sono stati fatti dei passi avanti reali, in una società, violando i diritti fondamentali ed erodendo lo spazio civile, di espressione e anche di legittimo dissenso.