Tutti i programmi completati da EMERGENCY dal 1994 a oggi

AFGHANISTAN

2001 — Realizzato un programma di aiuti alle vedove di guerra con la distribuzione di bestiame per l’allevamento a 400 famiglie della Valle del Panshir.

2003-2007 — Avviato un laboratorio di produzione di tappeti per favorire l’autonomia economica di donne, vedove o indigenti, della Valle del Panshir.

ALGERIA

2003 — Avviato un Centro di riabilitazione e produzione protesi a Medea. EMERGENCY ha ristrutturato ed equipaggiato un edificio all’interno dell’ospedale pubblico, occupandosi anche della formazione del personale nazionale. La gestione del Centro, chiamato Amal, in arabo «speranza», è stata trasferita alle autorità sanitarie locali nel 2004.

ANGOLA

2003 — Intervento nella provincia di Benguela, su invito di una congregazione di suore angolane. Due Centri sanitari sono stati ristrutturati, equipaggiati e gestiti per oltre un anno da EMERGENCY, che ha provveduto anche alla formazione del personale nazionale.

CAMBOGIA

1998-2012 — Costruzione e gestione di un Centro chirurgico a Battambang e di 5 Posti di primo soccorso nel distretto di Samlot.

ERITREA

2000 — Inviato, su richiesta della Cooperazione Italiana, un team chirurgico. Il personale di EMERGENCY ha lavorato due mesi nell’ospedale Mekane Hiwet, ad Asmara, curando le vittime del conflitto tra Etiopia ed Eritrea.

IRAQ

1996-2005 — Costruito un Centro chirurgico a Sulaimaniya, nel nord del paese, per curare le vittime delle mine antiuomo. La struttura comprende unità per il trattamento delle ustioni e delle lesioni spinali. Nel 2005 il Centro e i 22 Posti di primo soccorso aperti nel Paese sono stati dati in consegna alle autorità sanitarie locali.

1998-2005 — Realizzato un Centro chirurgico a Erbil, nel nord del paese, per dare cura alle vittime delle mine antiuomo. La struttura comprende un’unità per il trattamento delle ustioni e una per le lesioni spinali. Nel 2005 il Centro è stato affidato alle autorità sanitarie locali; nel 2017 un nostro team internazionale è tornato a lavorare presso il Centro per offrire supporto allo staff nella gestione dell’assistenza alle vittime del conflitto a Mosul.

2001 — Costruito un Centro di riabilitazione e produzione protesi a Diana, nel nord del paese. Il Centro è stato dato in consegna alle autorità sanitarie locali.

2003 — Forniti all’ospedale Al-Kindi di Bagdad farmaci, materiali di consumo e combustibile per i generatori. Nello stesso periodo farmaci e materiale sanitario sono stati donati all’ospedale di Karbala, a sud di Bagdad.

2003 — Costruito un Centro di riabilitazione e produzione protesi a Dohuk, nel nord del paese. Il Centro è ora gestito dalle autorità sanitarie locali.

2004 — Sostenuta la popolazione di Falluja durante l’assedio della città cessato a maggio. Generi di prima necessità, acqua e farmaci sono stati distribuiti ai rappresentanti della comunità e all’ospedale cittadino.

2015-2020 Avviato e gestito dei Centri sanitari nei campi per profughi e sfollati di Khanaqin, Qoratu, Arbat, Ashti e Tazade. Nel Centro sanitario di Ashti, inoltre, abbiamo garantito assistenza ginecologica e ostetrica per le donne e un programma di vaccinazioni e di controllo della crescita per i bambini. I Centri sono ora gestiti dalle autorità sanitarie locali.

ITALIA

2005-2007 — Organizzati corsi di igiene, prevenzione e primo soccorso rivolto ai detenuti del carcere di Rebibbia Nuovo Complesso. Presso lo stesso carcere EMERGENCY ha organizzato uno screening della tubercolosi. EMERGENCY ha garantito l’assistenza di medici specialisti in alcuni istituti di pena del Lazio.

2013-14 — Progetto FEI “Sviluppo di percorsi di salute e percorsi di integrazione” a Messina, Ragusa e Catania. Apertura uno sportello a Catania, uno a Messina e tre in provincia di Ragusa – a Scicli, Santa Croce Camerina e Vittoria – con l’obiettivo di facilitare l’accesso ai servizi sanitari pubblici da parte dei migranti, in particolar modo i migranti provenienti da paesi extra UE.

2015-16 — Unità mobile per l’orientamento socio-sanitario per le fasce di popolazione più vulnerabili a Bologna.

2016 — Nei mesi di giugno e luglio il nostro staff ha garantito assistenza post salvataggio, cure mediche e mediazione culturale a bordo della Topaz Responder, una nave per la ricerca e il salvataggio dei migranti. Durante quei due mesi, sono state tratte in salvo e assistite quasi 5.000 persone.

LIBIA

2011 — Programma di chirurgia di guerra nella città di Misurata sotto assedio.

2015-2016 — Invio di un team internazionale presso il Centro chirurgico per vittime di guerra a Gernada, per garantire assistenza ai feriti di guerra del conflitto nelle zone di Bengasi e di Derna tra milizie dell’Isis e forze governative. L’intervento è stato avviato su richiesta del ministero della Sanità del governo di Tobruk, di stanza ad Al-Bayda; lo staff di EMERGENCY si è occupato anche dell’adeguamento della struttura agli standard di EMERGENCY, della formazione del personale locale e dell’organizzazione delle attività fino al raggiungimento dell’autonomia operativa.

MAR MEDITERRANEO (RICERCA E SOCCORSO)

Dal 2016 al 2022, EMERGENCY ha offerto assistenza medica e mediazione culturale a bordo di navi di ricerca e soccorso di altre organizzazioni umanitarie.

2016 — A giugno e luglio, il nostro staff a bordo della nave della Topaz Responder ha prestato assistenza medica e mediazione culturale a bordo. In questi due mesi, abbiamo garantito assistenza a quasi 5.000 persone.

2019-2022 — Medici, infermieri e mediatori culturali di EMERGENCY hanno partecipato a 12 missioni di ricerca e soccorso a bordo della nave Open Arms dell’organizzazione umanitaria spagnola Proactiva Open Arms.

NEPAL

2015 — Consegna di tende e medicinali nel villaggio di Kirtipur dopo il terremoto.

NICARAGUA

2003-2004 — Rifornita di farmaci la Casa de la mujer, una rete di dispensari che presta assistenza alle donne malate di tumore e diabete.

PALESTINA

2003-2004 — Inviato un team chirurgico presso l’unità ortopedica dell’ospedale pubblico di Jenin. Oltre allo svolgimento delle attività cliniche e alla formazione del personale sanitario, EMERGENCY ha avviato un nuovo reparto di fisioterapia e una nuova corsia ortopedica.

REPUBBLICA CENTRAFRICANA

2009-2018 — Apertura del Centro Pediatrico a Bangui, diventato struttura di riferimento del sistema sanitario centrafricano per l’assistenza gratuita ai bambini e alle loro madri e per la formazione dello staff locale.

2013-2018 — Intervento e attività all’interno del Complexe Pédiatrique di Bangui (CPB), unico ospedale pediatrico pubblico del Paese. Il progetto, durato cinque anni e sostenuto dall’Agenzia Italiana per la cooperazione allo Sviluppo, ha previsto la ristrutturazione, la riattivazione delle due sale operatorie e dell’intero blocco operatorio nell’ambito del programma di chirurgia di guerra fino al programma di chirurgia d’urgenza. Nel corso degli anni, grazie ai risultati ottenuti, sempre su richiesta della direzione dell’ospedale, abbiamo ampliato il nostro intervento prendendo in carico il Pronto soccorso, il dipartimento di cure intensive e sub-intensive, l’area di triage, i servizi logistici e ausiliari come la lavanderia e il laboratorio e nel 2017 abbiamo iniziato a supportare anche le rimanenti corsie. L’intervento ha incluso anche l’attività di formazione per il trasferimento delle competenze al personale locale della struttura, oggi riferimento a livello nazionale per la cura dei pazienti pediatrici. Il 30 giugno 2018 è avvenuto il passaggio definitivo del testimone al Direttore dell’ospedale e alle autorità sanitarie centrafricane.

2014-2019 — Collaborazione con la Banca Nazionale del Sangue di Bangui: attraverso la formazione dello staff locale, il sostegno nell’approvvigionamento e il supporto tecnico abbiamo garantito un aumento graduale di sacche di sangue raccolte, destinate ai trattamenti salva-vita.

RUANDA

1994: il primo progetto di EMERGENCY Ristrutturato e riaperto il reparto di chirurgia dell’ospedale di Kigali. Durante una missione di 4 mesi, un team chirurgico ha operato oltre 600 vittime di guerra. Contemporaneamente EMERGENCY ha anche riattivato il reparto di ostetricia e ginecologia dove oltre 2.500 donne hanno ricevuto assistenza medica e chirurgica.

SERBIA

1999 — Sostenuto l’orfanotrofio Jova Jovanovic Zmaj di Belgrado.

SIERRA LEONE

2014-2016 — Apertura di due Centri di cura per Ebola, a Lakka e a Goderich: quest’ultimo, dotato di 100 posti letto, era l’unico centro di questo tipo, nei Paesi colpiti dall’epidemia, a essere dotato di Terapia intensiva. Apertura di una clinica per l’informazione, il triage e il trasporto con ambulanza dei casi sospetti nel villaggio di Waterloo e di un laboratorio per la diagnosi veloce.

Alla fine dell’epidemia, il Presidente della Sierra Leone ci ha consegnato una medaglia d’argento: un ringraziamento per lo «straordinario aiuto durante la crisi di Ebola nel Paese» e per non aver lasciato la Sierra Leone nel momento in cui più aveva bisogno.

SRI-LANKA

2005 — Fornito all’ospedale generale di Kalutara strumentario chirurgico e materiale di consumo per potenziare le attività cliniche dopo lo tsunami che ha colpito il Paese.

2005 — In seguito allo tsunami del 2004, è stato portato a termine il progetto Ritorno al mare che prevedeva la distribuzione di barche a motore, canoe e reti da pesca ai pescatori del villaggio di Punochchimunai. Per favorire la ripresa delle attività quotidiane, inoltre, sono stati consegnati kit scolastici agli studenti.

2005-2008 — Ricostruite 91 abitazioni in muratura destinate alle famiglie del villaggio di Punochchimunai rimaste senza casa dopo lo tsunami. La consegna delle abitazioni è avvenuta nel settembre 2008 a causa della ripresa delle ostilità tra governo e separatisti che ha bloccato i lavori per molti mesi.

SUDAN

2004-2005 — Ricostruito e allestito il reparto di Chirurgia d’urgenza dell’ospedale di Al Fashir in Nord Darfur. La struttura comprende un blocco chirurgico e una corsia da 20 posti letto. Il reparto è stato trasferito al ministero della Sanità nell’agosto 2005.

2017 — Apertura e la gestione di uno dei 4 Centri di Trattamento Acute Watery Diarrhoea (AWD) a Port Sudan, su richiesta dei ministeri sudanesi della Sanità Federale e del Red Sea State.

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